CARITAS “SAN GIUSEPPE
MOSCATI”
PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - TAURIANOVA
Itinerario turistico-spirituale
organizzato dalla Caritas con la partecipazione del Direttore della Caritas
Diocesana Vincenzo Alampi.
DESTINAZIONE: CONVENTO
FRANCESCANO “ECCE HOMO” di MESORACA (KR)
Nei giorni 27 e 28 del
mese di Settembre si è svolto il pellegrinaggio spirituale che ha avuto come
meta il Convento dei Frati Minori di MESORACA. Alla partenza scambi di saluti,
in un clima festoso, paragonabile a quello di studenti in vacanza, desiderosi
di immergersi in una nuova avventura, con l’entusiasmo di chi intraprende un
viaggio come arricchimento personale, in una nuova esperienza spirituale da
condividere con tutti i partecipanti, vecchi e nuovi che spesso si aggiungono,
ben graditi, in queste occasioni.
Prima tappa il Convento di
Cropani, dove è ad accoglierci Padre Francesco Mazzeo, il quale si mette a
disposizione dei visitatori riunendoci in Chiesa per la celebrazione eucaristica.
Padre Francesco nel corso dell’Omelia fa riferimento alle vicende storiche del
convento di cui tracciamo un breve sunto.
Cropani deriva dal greco
“kropos”, che significa letteralmente “letame”, nell’accezione di “terra
grassa, fertile.
Si è ipotizzato che i primi insediamenti siano sorti in seguito all’emigrazione degli abitanti di due città distrutte o scomparse: Erapolis, nei pressi del fiume Crocchio, e Atenapolis situata vicino al fiume Simeri. Recenti scavi archeologici attestano la frequentazione del luogo dal Neolitico, per passare ai Greci, ai Romani. Nel VI sec è attestata la presenza bizantina, l’epoca in cui giunsero dei monaci basiliani che scelsero questo luogo perché strategico per difendersi da attacchi stranieri: comunque, la cittadina già esisteva intorno all’800. A tal proposito, lo storico seicentesco cropanese Giovanni Fiore ha raccontato che nell’anno 831 giunsero nei pressi di Cropani alcuni mercanti veneziani, tornati da Alessandria d’Egitto dove avevano prelevato le spoglie dell’evangelista Marco. Secondo questa ricostruzione, la nave affrontò una vigorosa tempesta e naufragò in corrispondenza della spiaggia cropanese. Gli abitanti del luogo soccorsero i mercanti e questi, come segno di riconoscenza, donarono loro un frammento della rotula del ginocchio destro del santo, custodito nella chiesa di Santa Maria Assunta (il Duomo). Inoltre, in seguito, i veneziani concessero ai cropanesi la cittadinanza onoraria di Venezia, come risultava da documenti andati distrutti nell’incendio del municipio del 1947.
Al dominio bizantino subentrò, nel 1050, quello normanno durante il quale furono erette grandi cattedrali e palazzi: iniziò così il lungo periodo feudale. A partire dal 1240 sotto il dominio dei conti D’Aquino, Cropani fece parte della Contea di Belcastro. Resasi autonoma nel 1375 venne governata dai baroni della famiglia Ruffo. Successivamente, dopo un susseguirsi di signori, con un decreto regio nel 1444 Alfonso V d’Aragona accorpò Cropani nel Regio Demanio. Durò solo cinque anni (1460-1465) la signoria della potente casata napoletana dei Sanseverino, dopo di che Ferdinando I riportò Cropani nel Regio Demanio. Dopo un lustro il governo passò a Ferdinando di Guevara che lo tenne fino al 1486. Nel 1527 Cropani subì un saccheggio da parte dei francesi e l’anno dopo fu colpita dalla peste che uccise 1.400 persone. Nel XVI secolo passò a Costanza d’Avalos, nel 1541, al nipote Alfonso,e poi a Ferrante d’Aragona. Nel 1562 fu incendiata dai turchi; l’anno successivo, invece, fu saccheggiata dagli uomini di Marco Berardi, detto re Marcone. Il 13 luglio 1586 subì un nuovo attacco da parte dei turchi e ne uscì semi distrutta. Molti altri signori si alternarono al governo di Cropani fino al 1806 (Ferrari, Sersale, Ravaschieri) fra il 1615 e il 1701. Nel 1735 Cropani ebbe l’onore di ricevere in visita Re Carlo III di Spagna, l’allora sovrano del Regno delle Due Sicilie. In seguito fu sotto il dominio dei De Fiore di Nicastro. Il terremoto del 1783 provocò alcuni danni. L’ordinamento amministrativo deciso dal Generale Championnet nel 1799 includeva Cropani nel Cantone di Catanzaro, Dipartimento della Sagra. L’ufficio postale, come istituto, fu fondato nel 1806; l’anno successivo Cropani fu dichiarata sede del Registro e di notaio. Sempre nel 1807, fu Luogo nel Governo di Belcastro e nel 1811 fu elevato a Comune e Capoluogo di Circondario.
Consumato il pranzo nel refettorio del Convento, con la presenza gradita di Padre Francesco, proseguiamo il viaggio verso la meta, ovvero MESORACA. Intorno alle ore 16, giunti finalmente a destinazione, facciamo il primo ingresso nel Santuario del S.S. HECCE HOMO.
Si è ipotizzato che i primi insediamenti siano sorti in seguito all’emigrazione degli abitanti di due città distrutte o scomparse: Erapolis, nei pressi del fiume Crocchio, e Atenapolis situata vicino al fiume Simeri. Recenti scavi archeologici attestano la frequentazione del luogo dal Neolitico, per passare ai Greci, ai Romani. Nel VI sec è attestata la presenza bizantina, l’epoca in cui giunsero dei monaci basiliani che scelsero questo luogo perché strategico per difendersi da attacchi stranieri: comunque, la cittadina già esisteva intorno all’800. A tal proposito, lo storico seicentesco cropanese Giovanni Fiore ha raccontato che nell’anno 831 giunsero nei pressi di Cropani alcuni mercanti veneziani, tornati da Alessandria d’Egitto dove avevano prelevato le spoglie dell’evangelista Marco. Secondo questa ricostruzione, la nave affrontò una vigorosa tempesta e naufragò in corrispondenza della spiaggia cropanese. Gli abitanti del luogo soccorsero i mercanti e questi, come segno di riconoscenza, donarono loro un frammento della rotula del ginocchio destro del santo, custodito nella chiesa di Santa Maria Assunta (il Duomo). Inoltre, in seguito, i veneziani concessero ai cropanesi la cittadinanza onoraria di Venezia, come risultava da documenti andati distrutti nell’incendio del municipio del 1947.
Al dominio bizantino subentrò, nel 1050, quello normanno durante il quale furono erette grandi cattedrali e palazzi: iniziò così il lungo periodo feudale. A partire dal 1240 sotto il dominio dei conti D’Aquino, Cropani fece parte della Contea di Belcastro. Resasi autonoma nel 1375 venne governata dai baroni della famiglia Ruffo. Successivamente, dopo un susseguirsi di signori, con un decreto regio nel 1444 Alfonso V d’Aragona accorpò Cropani nel Regio Demanio. Durò solo cinque anni (1460-1465) la signoria della potente casata napoletana dei Sanseverino, dopo di che Ferdinando I riportò Cropani nel Regio Demanio. Dopo un lustro il governo passò a Ferdinando di Guevara che lo tenne fino al 1486. Nel 1527 Cropani subì un saccheggio da parte dei francesi e l’anno dopo fu colpita dalla peste che uccise 1.400 persone. Nel XVI secolo passò a Costanza d’Avalos, nel 1541, al nipote Alfonso,e poi a Ferrante d’Aragona. Nel 1562 fu incendiata dai turchi; l’anno successivo, invece, fu saccheggiata dagli uomini di Marco Berardi, detto re Marcone. Il 13 luglio 1586 subì un nuovo attacco da parte dei turchi e ne uscì semi distrutta. Molti altri signori si alternarono al governo di Cropani fino al 1806 (Ferrari, Sersale, Ravaschieri) fra il 1615 e il 1701. Nel 1735 Cropani ebbe l’onore di ricevere in visita Re Carlo III di Spagna, l’allora sovrano del Regno delle Due Sicilie. In seguito fu sotto il dominio dei De Fiore di Nicastro. Il terremoto del 1783 provocò alcuni danni. L’ordinamento amministrativo deciso dal Generale Championnet nel 1799 includeva Cropani nel Cantone di Catanzaro, Dipartimento della Sagra. L’ufficio postale, come istituto, fu fondato nel 1806; l’anno successivo Cropani fu dichiarata sede del Registro e di notaio. Sempre nel 1807, fu Luogo nel Governo di Belcastro e nel 1811 fu elevato a Comune e Capoluogo di Circondario.
Consumato il pranzo nel refettorio del Convento, con la presenza gradita di Padre Francesco, proseguiamo il viaggio verso la meta, ovvero MESORACA. Intorno alle ore 16, giunti finalmente a destinazione, facciamo il primo ingresso nel Santuario del S.S. HECCE HOMO.
Alcuni cenni sul luogo di
culto che ha antiche tradizioni circa le sue remote origini, possono essere visionati sull’opuscolo illustrativo che viene messo a
disposizione dei visitatori.
Nel tempo l’edificio conventuale è stato ristrutturato e reso funzionale anche per essere Casa di Spiritualità e di accoglienza per Sacerdoti, Religiosi e Laici. L’accoglienza riservataci dal Priore del Convento Padre Giuseppe Maiolo ha lasciato in ognuno di noi pellegrini un ricordo che rimarrà imperituro, quale autentica dimostrazione di come l’umiltà francescana, unita alla fratellanza rappresenti ancora quell’oasi di pace in cui rifugiarsi ogni tanto per riprendere un cammino, spesso segnato da problemi che sembrano insolubili, ma che trovano nella paterna comprensione francescana lo stimolo a proseguire rinfrancati e rinvigoriti, così come può accadere di sentirsi ad un viandante assetato presso una sorgente d’acqua pura, in una calda e torrida estate. Le funzioni religiose cui abbiamo assistito hanno predisposto i nostri cuori verso il Corpo Mistico della Chiesa, ovvero l’Eucarestia del Signore che abbiamo condiviso con commossa partecipazione, ognuno di noi pregando per le proprie famiglie, per i bisogni che attanagliano questa nostra società piena di violenza, dove uccisioni e guerre sono all’ordine del giorno nei vari notiziari che la TV ci trasmette.
Nel tempo l’edificio conventuale è stato ristrutturato e reso funzionale anche per essere Casa di Spiritualità e di accoglienza per Sacerdoti, Religiosi e Laici. L’accoglienza riservataci dal Priore del Convento Padre Giuseppe Maiolo ha lasciato in ognuno di noi pellegrini un ricordo che rimarrà imperituro, quale autentica dimostrazione di come l’umiltà francescana, unita alla fratellanza rappresenti ancora quell’oasi di pace in cui rifugiarsi ogni tanto per riprendere un cammino, spesso segnato da problemi che sembrano insolubili, ma che trovano nella paterna comprensione francescana lo stimolo a proseguire rinfrancati e rinvigoriti, così come può accadere di sentirsi ad un viandante assetato presso una sorgente d’acqua pura, in una calda e torrida estate. Le funzioni religiose cui abbiamo assistito hanno predisposto i nostri cuori verso il Corpo Mistico della Chiesa, ovvero l’Eucarestia del Signore che abbiamo condiviso con commossa partecipazione, ognuno di noi pregando per le proprie famiglie, per i bisogni che attanagliano questa nostra società piena di violenza, dove uccisioni e guerre sono all’ordine del giorno nei vari notiziari che la TV ci trasmette.
La cena nel refettorio del
Convento, condivisa con gli altri tre frati, Padre Giuseppe Giordano, Padre
Innocenzio, organista, e Padre Giuseppe, è stata molto gradita: Padre Giuseppe
Maiolo si è avvicendato presso i tavoli dei commensali per servire le pietanze,
assicurandosi che tutti fossimo ben serviti, distribuendo sorrisi ed
incitazioni. Infine, le camerette davvero
accoglienti e dotate di servizi igienici moderni, hanno consentito il meritato
riposo.
Ricca colazione alle 8,30, le Lodi Mattutine e la Santa Messa domenicale
alle 9,30. Libera uscita sul piazzale della Chiesa, le foto di gruppo a
ricordo, poi il pranzo e ancora le confessioni nel pomeriggio e la riunione
nella sala delle conferenze per la catechesi.
Il tema, ovviamente, essendo la
maggior parte di noi operatori Caritas, è stato la Carità.
“ SOLO
NELLA VERITA’ LA CARITA’ RISPLENDE”
è la sintesi del lungo percorso
formativo su cui Enza non mancherà di porre l’accento per rinverdire in
ciascuno di noi l’esperienza della parola atta a promuovere la spiritualità,
uno sguardo del cuore in unità di fede col fratello, l’essere ponti presso DIO,
nel valorizzare gli altri, nel fare spazio ai più deboli respingendo la tentazioni
di arrivismo, di prevaricazione sull’altro.
LA CARITA’, VIA MAESTRA DELLA SOCIALITÀ DELLA CHIESA, È IL DONO PIÙ
GRANDE DI CRISTO, SUA PROMESSA E SUA
SPERANZA.
Un grazie agli organizzatori di questo speciale Pellegrinaggio…
“Ritornare alle antiche abitudini
è stato faticoso, tuttavia il ricordo legato ai giorni di paradiso che abbiamo
vissuto rappresenta stimolo a continuare il percorso tracciato, senza
tentennamenti.”
Thea
Mazzanti