Carissimi, tra qualche giorno sarà il 16 novembre e la nostra
caritas festeggierà 16 anni dalla sua costituzione ufficiale. Era infatti il 16
Novembre 1997 quando, tanti di noi ancora oggi presenti nel Consiglio, abbiamo
solennemente dato il nostro impegno alla parrocchia, dinanzi a Sua eccellenza
Domenico Crusco, di essere vicini alle povertà emergenti e di farci carico
delle tante problematiche sociali esistenti; di essere, per così dire, un faro
che indicasse una piccola e flebile luce a quanti sentissero la necessità di
bussare alle porte della caritas “San Giuseppe Moscati”. E’ questo il nome che il nostro parroco di allora, Padre
Alessandro, cappuccino, volle dare in ricordo di un grande medico che visse la
sua vita al servizio dei bisognosi. Il consiglio di allora, costituitosi dopo
un anno di formazione presso la caritas diocesana, era formato da Luigina Giglio, Teresa Reitano,
Giuseppa Prochilo, Rosanna Alessi, Marisa Alessi, Concetta Licopoli, Giulia Virdia, Enza Arcuri, Cristina Crippa e Giuseppina
Petullà. Insieme, unite da uno spirito forte, coinvolgente, coraggiosamente ci
siamo addossate un primo iniziale affitto (i locali parrocchiali non erano sufficientemente
ampi per le attività che intendevamo avviare).
Due piccole stanze in zona Quartiere che, anzitutto, richiedevano di
essere tinteggiate per offrire dei luoghi puliti e adeguati. Così ci trovammo
“imbianchini tuttofare”, pronte ad affrontare difficoltà e avversità. La nostra
tenacia, la costanza dell’impegno, il forte coinvolgimento avvertito da tutte
noi fu un come un tornado che, avvolgendoci, raggiunse e sconvolse le nostre
vite private…la privacy divenne inesistente: c’erano sempre richiami continui
di necessità, di situazioni emergenti, di bisogni non soddisfatti dalle
istituzioni pubbliche e poi c’erano i vecchietti della parrocchia che avevano
bisogno di scambiare qualche chiacchiera con la scusa di recitare le
preghiere…c’erano gli stranieri che chiedevano vestiario e alimenti a tutte le
ore, un cospicuo gruppo di giovani diversamente abili che chiedeva impegno,
compagnia, allegria e alcuni di essi si preparavano alla loro Prima
Comunione…intanto l’affitto e le necessità dei bisognosi andavano
soddisfatte…eccoci pronte ai mercatini di beneficienza, ricchi di lavori di
cucino, addobbi variopinti, suppellettili creati dalle nostre mani….la
necessità, si dice, aguzza l’ingegno…(tra noi anche le più sterili in merito ai
lavori divennero maestre di cucito e creatività!!!)
Il tempo trascorse…la nostra sede divenne presto
piccola…(diciamo che i nostri impegni aumentarono enormemente!) Eccoci pronte a
spostarci in una sede più ampia, tanta fatica ma tanta speranza di poter essere
ancora una “piccola e flebile luce”.
Altra sede, altre fatiche, altro trambusto ma finalmente ampi saloni da
condividere con l’AC parrocchiale. Esperienza di condivisione molto intensa…
All’ingresso della nostra sede una scritta “Abbiamo
bisogno di amare e di essere qualcuno per qualcun altro... Madre Teresa di Calcutta” credo sia stato l’emblema della nostra comunione, della nostra
condivisione, del nostro volerci profondamente bene, al di là delle diversità e
degli scontri che, nel percorso insieme, ci sono inevitabilmente stati.
Il nostro Consiglio si ampliò aprendosi anche a valorosi
uomini che decisero di mettersi in gioco, catapultando a loro volta le loro famiglie, in virtù
di un impegno costante, silenzioso e solidale verso l’altro... il nostro Cesare Pizzuto, poi Mimmo
Macrì e tantissimi, tantissimi volontari ancora oggi tra le file di chi "non si sporca le mani aiutando gli altri”.
Ancora altre entrate significative nel nostro Consiglio come
Thea Mazzanti, Gabriella Pezzano, Caterina Lofaro… scusatemi se l’ordine può
non essere perfetto (comincio ad avere problemi di memoria!)
Eccoci infine da qualche anno nella nostra attuale sede in
via Cappuccini…ancora mentalmente flessibili e pronti a tante novità! Unico
copione che si ripete “Abbiamo bisogno
di amare e di essere qualcuno per qualcun altro... Madre Teresa di Calcutta”, null’altro!
I ricordi in questo periodo si affollano…gli incontri con gli
anziani, le prime recite, le gite, la pizza in campagna, i compleanni dei
ragazzi o degli anziani, l’attività teatrale, la nostra presenza al Convegno
internazionale di Rimini, La bella e la Bestia, Il Concerto di Natale, le
riunioni, il venditore di palloncini, gli
incontri e gli scontri con Padre Alex, ecc., ecc., non potrei menzionare
neanche in minima parte tutte le esperienze vissute insieme al Consiglio ed
insieme ai nostri volontari.
Ed eccoci ancora qui a ricordare…
Ho cercato il significato etimologico di questo termine per
capire “cosa ancora c’è” ed ho trovato alla voce ricordare: dal
latino: [re-] indietro [cor]
cuore. Richiamare in cuore…
Il ricordo richiama nel
presente del cuore e del sentimento qualcosa …Non nella sua forma originale. E
che però, per il solo tornare in cuore, rivive - non sogno fatuo o
fantasticheria, ma sentimento concreto, esperienza diretta.
Trovo che è bellissimo, viene dall’esperienza concreta e non
fantastica, è la nostra esperienza vissuta che ci ritorna nel cuore a voler
significare che il ricordo ci unisce e ci avvicina oggi come allora!
Grazie ad ognuno di noi per quel che ha saputo dare e un
grazie profondo a tutti i VOLONTARI senza i quali non potremmo essere qui a ri-cordare.
BUON 16° COMPLEANNO
CARITAS “SAN GIUSEPPE MOSCATI”
(chi vuole può lasciare un commento o un’esperienza che sarà pubblicato nel più breve tempo
possibile)